Starfield, recensione: il futuro è vecchio

Starfield, il titolo tanto atteso di Bethesda, è stato promosso come un’avventura spaziale senza precedenti, di portata tale che avrebbe potuto rivoluzionare il genere RPG come lo conosciamo. Con una tale premessa, l’hype che circondava questo titolo era palpabile, alimentata da una campagna di marketing ben orchestrata e dall’entusiasmo contagioso della comunità di giocatori.

Le aspettative erano alle stelle, con molti che speravano in un’esperienza di gioco che potesse fondere l’immensità esplorativa di Skyrim con la promessa di avventure interstellari in mondi mai visti prima.

Starfield recensione

Il fascino di un universo vasto e inesplorato, abbinato alla reputazione di Bethesda per la creazione di mondi immersivi e dettagliati, ha creato un’anticipazione che pochi altri titoli hanno potuto eguagliare negli ultimi anni. Le promesse di mondi unici, di una narrazione coinvolgente e di un gameplay che avrebbe potuto spingere i confini di ciò che un RPG può offrire, erano al centro dell’attenzione di tutti.

Starfield non era solo un gioco, ma una promessa di viaggi interstellari, di scoperte e di avventure che avrebbero potuto rivalutare ciò che significa esplorare in un videogioco.

Tuttavia, come spesso accade nel mondo dei videogiochi, l’hype può essere una lama a doppio taglio.

I più realistici hanno sempre pensato che questo titolo sarebbe potuto essere, con più probabilità, un Fallout (o Skyrim) nello spazio. E questa è la descrizione più accurata del gioco, con i suoi punti positivi e quelli negativi.

Starfield ha tanto da offrire, ma si presenta con gran parte delle stesse scelte tecniche e stilistiche già vecchie su Fallout 4 (2015).

Starfield ha consegnato un’esperienza all’altezza delle promesse fatte? O sarebbe diventato un altro esempio di come l’hype possa portare a delusioni inaspettate?

Questo è il momento di esplorare in profondità ciò che Starfield ha veramente da offrire.

Riassunto dei Punti Chiave

  • Esplorazione: Sebbene promettente, l’esplorazione in Starfield ha mostrato limiti in termini di profondità e organicità rispetto ad altri titoli di Bethesda.
  • Combattimento: La mancanza di innovazione nelle meccaniche di combattimento ha reso gli scontri meno entusiasmanti rispetto ad altri RPG sci-fi.
  • Missioni: La presentazione delle missioni sembra datata, mancando di offrire una narrativa coinvolgente e di varietà nelle tipologie di missioni.
  • Personaggi e Compagni: La mancanza di profondità nei compagni e nelle interazioni ha ridotto l’investimento emotivo nei giocatori.
  • Grafica e Presentazione: Nonostante alcuni momenti di splendore grafico, l’obsolescenza nel design di gioco ha influenzato l’immersione.
  • Prestazioni e Bug: Problemi di prestazioni e bug notevoli intaccano l’esperienza di gioco.

Gameplay

Starfield portava la promessa di portare i giocatori in un viaggio attraverso le stelle come nessun altro gioco aveva fatto prima. Le meccaniche di gameplay principali hanno mostrato sia luci che ombre nel tentativo di raggiungere questo obiettivo ambizioso.

L’esplorazione limitata, un sistema di combattimento poco ispirato e una presentazione delle missioni datata contribuiscono a un’esperienza che, pur avendo momenti di brillantezza, spesso è in contrasto con le aspettative create prima del lancio.

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Quando una delle feature più rilevanti aggiunte al gioco, è la possibilità di aggrapparsi agli angoli quando si salta, si capisce subito che le novità presenti saranno molto poche dal punto di vista del gameplay.


Esplorazione

Starfield introduce una serie di mondi aperti segmentati che i giocatori possono esplorare. Sebbene l’idea di viaggiare tra diversi pianeti e sistemi stellari sia affascinante, l’esecuzione sembra mancare della profondità e dell’immersione tipiche di altri titoli di Bethesda.

L’aspetto esplorativo, che dovrebbe essere il fulcro dell’esperienza, a volte risulta limitato e meno organico rispetto a quanto visto in giochi come Skyrim o Fallout. I mondi, pur essendo esteticamente piacevoli, spesso mancano della complessità e della vitalità che avrebbero potuto rendere l’esplorazione più gratificante e coinvolgente.

Esplorare i pianeti è tedioso: non esistono mezzi e si va a piedi, aiutandosi con le spinte del boostpack. L’effetto è ridicolo, sia ai fini del divertimento, sia ai fini del roleplaying.

L’esplorazione delude sia chi aveva recepito l’aspettativa di mondi alla No Man’s Sky, sia chi si aspettava qualcosa di più da scoprire. All’infuori degli ambienti più “importanti” si riscontrano invece lo stesso tipo di edifici e lo stesso tipo di caverne, disposti in modo pressochè identico e con poca varietà.

L’esplorazione (e tutto il gioco in generale) è costantemente spezzata da schermate di caricamento, risultando molto meno fluida di quello che potrebbe essere. Specialmente in un periodo nel quale gli altri sviluppatori riescono a rendere le loro esperienze più immersive.

L’esplorazione è limitata anche dal fatto che il limite per diventare “sovraccarico” è decisamente basso. Questo limite non può essere aumentato in modo significativo, anche dopo aver speso diversi punti abilità. Si può riempire totalmente l’inventario in un solo dungeon e l’unico modo per non essere costantemente pieni è quello di andare costantemente a vendere oggetti o a depositarli. Anche le navi hanno una capacità di cargo decisamente bassa, specialmente all’inizio.

Il limite di carico dovrebbe essere decisamente più alto, dal momento che spezza troppo l’azione, senza contribuire in particolare al gameplay. Ma solo alla perdita di tempo.


Combattimento

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Il gunplay è migliorato rispetto a Fallout 4, ma non in modo particolarmente sostaziale.

La difficoltà principale dei nemici è rappresentata dalla loro quantità di vita e l’intelligenza artificiale è piuttosto…poco intelligente.

L’armamento, pur essendo funzionale, spesso si allinea troppo strettamente con le controparti attuali, mancando di sfruttare appieno il contesto sci-fi per introdurre armi innovative o meccaniche di combattimento uniche.

A confronto, giochi come Mass Effect e The Outer Worlds hanno sfruttato il loro ambiente sci-fi per creare armi e meccaniche di combattimento che aggiungono un elemento di novità ed eccitazione al gameplay. La mancanza di varietà nelle opzioni di combattimento può rendere gli scontri ripetitivi e meno gratificanti nel lungo termine.

Ci sono anche “poteri spaziali”, alcuni sono utili ma ben pochi sono interessanti da utilizzare. Infatti, è molto probabile che si usino sempre gli stessi, a rotazione.

Per essere la prima entry di Bethesda nello spazio, la dinamica delle navi spaziali è ben riuscita.

Il combattimento spaziale è sorprendentemente ben realizzato, e anche piuttosto difficile a livello di gameplay. Almeno fino a quando non si migliorano i talenti che potenziano le navi, quando le si potenzia per bene e quando si compra una nave enorme.

I comandi sono fluidi e le navicelle spaziali sono responsive e piacevoli da manovrare.

È possibile anche usare la modalità “focus”, per avere un target più preciso. Disabilitando i motori di una nave nemica è possibile abbordarla e farla propria, oppure rivenderla. Si possono personalizzare e creare le proprie navi, possibilità sicuramente gradita agli utenti più “smanettoni”.


Missioni

La presentazione delle missioni in Starfield sembra soffrire di una formula che non è stata aggiornata per stare al passo con gli standard moderni.

Molti RPG recenti hanno cercato di integrare le missioni in modi che sembrano organici e narrativamente coinvolgenti, Starfield tende a seguire un approccio più tradizionale e lineare. Questo può portare a una sensazione di prevedibilità e mancanza di coinvolgimento emotivo nelle storie che si svolgono.

Le missioni più interessanti sono senza ombra di dubbio quelle delle fazioni, dove si andranno a scalare i ranghi delle stesse. Anche queste si svolgono però molto “su binari”, con pochissime scelte degne di importanza.

La mancanza di varietà nelle tipologie di missioni e nelle meccaniche narrative può contribuire a una sensazione di monotonia man mano che i giocatori avanzano nel gioco.

Ci sono altri tipi di quest interessanti, ma che vengono liquidate in modo piuttosto sbrigativo, proprio quando sembra che si stia arrivando al punto clou.

Personaggi e Compagni

In un universo tanto vasto e ricco di possibilità come quello proposto da Starfield, i compagni e i personaggi che incontriamo lungo il nostro viaggio spaziale hanno il potenziale di aggiungere profondità e colore all’esperienza di gioco. Sembra che Starfield abbia mancato l’opportunità di sfruttare appieno questo potenziale.

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L’idea di un Club Cyberpunk secondo Bethesda: Dancer che sembrano Cosplayer poco riusciti e NPC che…che ve lo dico a fare.

Compagni

I compagni in Starfield lasciano a desiderare in termini di diversità di opinioni e interazioni significative.

Molti di loro sembrano condividere le stesse opinioni su vari argomenti, rendendo le interazioni meno interessanti e meno immersive di quanto potrebbero essere. La mancanza di una vera e propria evoluzione nei rapporti con i compagni o di archi narrativi significativi per questi personaggi riduce la complessità e l’investimento emotivo che i giocatori potrebbero avere nei loro confronti.

In altri RPG di successo, i compagni sono spesso una fonte di insight unici, sfide morali e crescita personale. In Starfield, sembra che i compagni siano più degli aiutanti funzionali piuttosto che personaggi pienamente realizzati con cui i giocatori possono formare legami significativi. Questa mancanza di profondità può rendere l’esperienza di gioco meno ricca e meno soddisfacente, specialmente per coloro che cercano una narrazione coinvolgente e relazioni personaggio ben sviluppate.

Non possiamo certamente aspettarci il livello di discussioni del team dei Guardiani della Galassia. Ma possiamo certamente aspettarci di più di personaggi che interrompono costantemente il flusso della storia con linee di dialogo completamente irrilevanti per il contesto.

I compagni “principali” sono solo 4. Si possono reclutare altri personaggi, che sono però meno sviluppati rispetto a quelli di Costellation.

Ho letto un commento su Youtube, secondo il quale tutti i compagni di Starfield sono Jacob Taylor (Mass Effect 2). Essenzialmente si tratta di uno dei companion più generici tra quelli ideati da Bioware, almeno fino al momento. E allora diciamolo:

Tutti i compagni di Starfield sono Jacob Taylor.

Eppure, sembra di fare un torto al membro della Normandy, più che altro per la differenza tra quest di lealtà di Mass Effect 2 e…quello che c’è su Starfield.

Ci sono anche delle quest relative ai compagni, ma sembra che Bethesda abbia realizzato quello che riteneva essere il minimo indispensabile per giustificare la loro esistenza. Queste missioni non reggono il confronto con quelle dei compagni di Mass Effect e, neanche a dirlo, con quelle di Baldur’s Gate 3.


NPC

Tutti gli NPC di Starfield sono perlopiù stranamente scontrosi e pronti al giudizio negativo sul personaggio principale.

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Preparati a venire giudicato da…più o meno tutti gli NPC

Gli NPC dotati di nome sono realizzati meglio ed hanno una buona qualità.

Quelli senza nome sono fatti piuttosto male per un titolo tripla A.

I personaggi di Starfield hanno diverse cose da dire, poche sono però di sostanza.

Un tratto molto fastidioso degli NPC con nome è che questi non possono essere ammazzati. Il confronto con Baldur’s Gate potrebbe sembrare eccessivo ma doveroso: su quest’ultimo puoi ammazzare chiunque, anche mentre discute. Una volta fatto ne accetterai le conseguenze e potrai vedere tante differenze nel gameplay, piccole o grandi.

Bethesda ha invece abusato della meccanica dell’immortalità, limitando enormemente la libertà del giocatore.


Impatto sull’Esperienza di Gioco

La mancanza di diversità nelle opinioni e nelle interazioni con i compagni può avere un impatto negativo sull’esperienza di gioco globale. Senza la possibilità di esplorare relazioni complesse o di essere sfidati o sorpresi dalle reazioni dei compagni, l’esperienza narrativa può diventare piatta e prevedibile.

Senza un forte legame emotivo con i compagni, i giocatori potrebbero trovare meno motivazione per esplorare le storie secondarie o impegnarsi in missioni opzionali legate ai compagni.

Grafica e Presentazione

La presentazione grafica è una componente cruciale che contribuisce all’immersione e all’attrattiva di un videogioco, specialmente in un RPG ambientato in un universo vasto e dettagliato come Starfield.

Starfield presenta diversi ambienti con dettagli e impatto grafico di tutto rispetto, mentre altri sono piuttosto poveri.


Presentazione Grafica

Starfield, pur avendo momenti di splendore grafico grazie ai suoi paesaggi spaziali e ai dettagliati mondi alieni, sembra soffrire di inconsistenza nella qualità grafica.

Confrontando Starfield con altri RPG moderni, è evidente che non raggiunge sempre gli stessi livelli di dettaglio o di realismo. Alcune texture e modelli 3D possono apparire datati, e ci sono momenti in cui l’illuminazione e le ombre non sembrano all’altezza degli standard attuali.

Confrontando Starfield con titoli precedenti di Bethesda, non sembra che ci sia stato un significativo passo avanti in termini di qualità grafica, il che è deludente considerando l’evoluzione tecnologica nel settore dei videogiochi.


Design di Gioco

Il design di gioco in Starfield sembra soffrire di una certa obsolescenza, che influisce negativamente sull’immersione.

Le interfacce utente, le animazioni e le meccaniche di gioco sembrano non essere state aggiornate per riflettere gli standard moderni. Questo diventa particolarmente evidente quando si confronta Starfield con altri RPG moderni che hanno fatto passi da gigante nel creare esperienze utente intuitive e immersive.

L’obsolescenza nel design di gioco può portare a una sensazione di disconnessione, rendendo difficile per i giocatori sentirsi completamente immersi nell’universo di Starfield.

Non è presente una mappa di venditori e neanche delle posizioni, solo dei “quartieri”. La mappa non è necessaria nello spazio, ma la sua mancanza rende l’esplorazione delle città inutilmente tediosa.


Impatto sull’Immersione

L’immersione è una componente chiave di qualsiasi RPG di successo, e purtroppo, le carenze nella grafica e nel design di gioco di Starfield possono ostacolarla. Senza una presentazione grafica solida e un design di gioco moderno, l’esperienza è meno coinvolgente e poco reattiva. Questo è particolarmente vero in un gioco che si propone di portare i giocatori in un’avventura spaziale epica attraverso mondi sconosciuti.

Per un titolo tanto atteso e con un tale potenziale, è una pecca che potrebbe necessitare di attenzione, per garantire che Starfield possa veramente brillare come un gioiello nel panorama RPG moderno.

Prestazioni e Bug

In un’epoca in cui i giocatori sono sempre più esigenti riguardo alla fluidità e alla stabilità del gameplay, le prestazioni e la presenza di bug possono fare o disfare l’esperienza di un videogioco. Starfield, purtroppo, non è esente da questi problemi, che sembrano intaccare l’esperienza di gioco in vari modi.

Conoscendo i titoli Bethesda, mi aspettavo di peggio. Starfield presenta comunque molti, molti bug e problemi prestazionali.

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Prestazioni

Starfield ha mostrato alcuni problemi di prestazioni che possono variare da lievi a moderati, a seconda della piattaforma e della configurazione hardware. Ci sono cali di frame rate in alcune aree del gioco, specialmente durante le scene più intense o in aree densamente popolate.

Questi problemi di prestazioni possono interrompere l’immersione e rendere il gameplay meno fluido e reattivo di quanto i giocatori si aspetterebbero da un titolo di questa portata.

Il gioco ha prestazioni inadeguate per la qualità offerta, probabilmente anche a causa del suo motore grafico antiquato.

Starfield ha infatti prestazioni peggiori rispetto a titoli come Cyberpunk 2077, che offre spazi ed una qualità generale decisamente superiore. Il titolo Bethesda ha prestazioni inferiori alla gran parte dei tripla A rilasciati negli ultimi anni, i quali hanno spesso una qualità grafica migliore e più consistente.

Bug e Glitch

Starfield è probabilmente il gioco meno buggato di Bethesda. Il titolo presenta però comunque una grande quantità di bug e glitch, che perlopiù vanno a “interrompere” l’esperienza di gioco. Non mancano anche i bug game-breaking.

Alcuni bug sono più rari, mentre altri verranno incontrati più e più volte nel corso del gioco.

Bug meno gravi e comuni riguardano:

  • Personaggi sopra sedie e tavoli
  • Personaggi incastrati nell’ambiente
  • Personaggi che si spostano a scatti mentre ci parli
  • Pointer di missione sbagliati se si attiva la visualizzazione di più missioni
  • Companion che corrono fino a schiantarsi nel muro dopo essersi teleportati o dopo aver usato una porta
  • Stuttering quando si cambia arma o scanner con una oro – viola (risolto a due settimane dalla release)

Può anche capitare di avere bug più rari ma game breaking, dove personaggi vanno fuori dalla mappa (con annesso puntino di localizzazione), o altri bug nei quali certe missioni non progrediscono e bisogna riavviare il salvataggio precedente.

Risoluzione dei Problemi

Mentre Bethesda è nota per rilasciare patch post-lancio per risolvere i problemi, la presenza di questi bug e problemi di prestazioni al lancio può lasciare una prima impressione negativa.

Il bug dello scanner / cambio armi è stato risolto a meno di due settimane dalla release, anche se a mio parere si tratta di un bug di livello alpha o beta. Immagino che altri bug verranno risolti, ma tanti altri verranno lasciati alle mod e alla patch non ufficiali.

Trama e Intreccio

Starfield ci porta in un viaggio attraverso la galassia, offrendo una narrazione che mira a esplorare sia le meraviglie che i pericoli dell’esplorazione spaziale. La trama si svolge in un futuro lontano, dove l’umanità ha raggiunto le stelle e si trova di fronte a nuove sfide e misteri.

L’introduzione, con il manufatto alieno e le visioni, è letteralmente l’introduzione di Mass Effect 1. Rivista in peggio

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Narrativa Principale

La narrativa principale di Starfield è avvolta in un senso di scoperta e avventura. I giocatori si trovano a navigare tra le tensioni politiche e sociali di diverse fazioni mentre esplorano l’ignoto. La trama può essere dispersiva, con una mancanza di un filo conduttore forte che guida i giocatori attraverso la storia.

Mentre l’ambientazione spaziale offre un terreno fertile per una narrazione epica, sembra che Starfield non sfrutti appieno questa opportunità, lasciando alcuni temi non completamente esplorati.

L’esplorazione dei templi per acquisire i poteri avviene ogni volta nello stesso modo: è una meccanica che non mi aspetterei neanche da un tripla A del 2010.


Personaggi e Dialoghi

I personaggi che incontriamo lungo il nostro viaggio spaziale hanno le loro storie uniche, ma a volte mancano di profondità o di evoluzione significativa nel corso del gioco.

I dialoghi, come già detto, spesso non riescono a catturare l’immaginazione o a fornire insight significativi sul mondo e sulle sue dinamiche. Questa mancanza di profondità nei personaggi e nei dialoghi può rendere la trama meno coinvolgente.


Temi Esplorati

Starfield tocca temi interessanti come l’esplorazione spaziale, la sopravvivenza in ambienti ostili, e le implicazioni etiche della colonizzazione di nuovi mondi. L’esplorazione di questi temi è piuttosto superficiale, senza una vera riflessione o discussione approfondita che potrebbe aver reso la narrazione più ricca.


Conclusione sulla Trama

La mancanza di un forte filo conduttore narrativo, personaggi memorabili, e una discussione approfondita sui temi proposti rende la storia meno coinvolgente di quanto potrebbe essere.

L’altro problema riguarda il fatto che ogni quest è praticamente binaria: scelta positiva, scelta negativa. Le conseguenze sono ben poche e poco approfondite. Questo vale sia per le missioni principali, che per quelle delle fazioni. Dopo un certo numero di quest svolte si inizierà a capire dove il gioco vuol andare a parare e il tutto diventa meno interessante.

C’è sicuramente potenziale per una narrazione epica, ma Starfield avrebbe avuto bisogno di ulteriori rifiniture per realizzare appieno questo potenziale e offrire una storia che risuona con i giocatori su un livello più profondo.

Il finale, senza fare spoiler, si ricollega con il New Game Plus in un modo che tipicamente non avviene negli altri giochi.

Le implicazioni a livello di trama fanno però intendere che il passaggio al NG+ non sia altro che l’accettazione del punto di vista dell’antagonista. Ma in tutto questo non c’è una comprensione più “meta” del fatto. Sembra più un inserimento forzato, al fine di ricollegare la fine del gioco con il NG+.

Se rifiuti la scelta, i personaggi ti diranno alcune frasi, niente di più. La quest finale dirà comunque: “torna quando sei pronto”. Non c’è quindi una vera e propria scelta, alla fine. Ci sono però diverse scene diverse e particolari quando si arriva alla Loggia di Constellation, per ogni volta che si fa il NG+, fino a un massimo di 11 volte. Si tratta di variazioni marginali, ma non sono male come tocco di profondità aggiuntivo.

Conclusione

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Starfield si è presentato sul palcoscenico del gaming con promesse grandiose, proponendosi come un’epica avventura spaziale che avrebbe potuto ridefinire il genere RPG.

Il titolo, mentre ha certamente offerto momenti di meraviglia spaziale, sembra che non sia riuscito a raggiungere completamente l’apice delle aspettative, specialmente quando confrontato con altri titoli rilasciati nello stesso periodo che hanno mostrato avanzamenti in termini di gameplay, narrativa e presentazione grafica.

Voto

6.5/10

Starfield ha certamente i suoi momenti di brillantezza, le varie critiche in termini di gameplay, presentazione grafica, e problemi tecnici hanno impattato significativamente l’esperienza complessiva, lasciando i giocatori solo con un senso di cosa sarebbe potuto essere.

E il punto principale è proprio questo:

Cosa sarebbe potuto essere Starfield, se Bethesda non avesse cercato la massimizzazione del profitto ma il miglioramento del prodotto, aggiornando il design del gioco e del motore grafico?

Questa è una domanda rispetto alla quale possiamo fare solo supposizioni, difficile anche a dirsi se questa accoglienza piuttosto mista possa far si che il prossimo titolo non sia indietro di un decennio in nome del facile profitto.

Sembra che Bethesda abbia realizzato una lista di quello che pensa che i giocatori possano volere, senza però svilupparla a dovere.

  • Storia? C’è.
  • Esplorazione? Si.
  • Quest fazione? Ci sono.
  • Compagni? Pure.

Guardando però oggettivamente quello che è Starfield, è difficile dire con convinzione che ci siano aspetti che siano stati davvero in modo “sentito. Ci sono, e basta.

Starfield rimane un titolo ambizioso con un universo intrigante da esplorare. Le critiche menzionate sollevano domande valide su se valga la pena investire tempo e denaro in questa avventura spaziale. Per i giocatori affamati di esplorazione spaziale e fan accaniti di Bethesda, Starfield potrebbe ancora offrire un’esperienza unica e gratificante. Per coloro che cercano un’esperienza RPG più pulita e innovativa, potrebbero trovare Starfield carente in alcuni aspetti cruciali.

Starfield potrebbe non essere il capolavoro rivoluzionario che molti speravano, ma rimane un titolo che merita attenzione, con la speranza che futuri aggiornamenti e patch (e mod) possano affinare l’esperienza.

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